Chi non dubita non cubita


venerdì 6 aprile 2012

VENERDI' PESCE: TROTA PADANA





















Scrivo questo articolo di Venerdì Santo, con l'immagine eterna di Cristo messo in croce nella mente, come ci hanno da secoli raffigurato.


I tempi, si sa, cambiano, e ogni epoca presenta i crocifissi che merita. Noi meritiamo il Trota, meritiamo sua madre, meritiamo suo padre e i suoi fratelli, tutta gente, più che santa, santificata - a quanto pare - da un tesoriere troppo buono, che invece di prendere i soldi per sé come altri li avrebbe elargiti generosamente alla Sacra Famiglia Padana.


Il messia dei nostri tempi ha scelto, come quello di 2000 anni fa, il sacrificio. In croce con i chiodi nei piedi e nei polsi? 
No, sie, solo banali e inevitabili dimissioni, ma che siam grulli?
Lui, innocente, si sacrifica per i Giuda che l'hanno tradito. Lui che non sa nulla di nulla, nemmeno della propria famiglia. 
Bravi, però, ad averlo ingannato così. E perversi.
Si parla di lauree comprate, di macchinoni noleggiati, di mutui pagati, di ristrutturazioni regalate più varie ed eventuali. Tutto sotto il naso del capo carismatico che ce l'ha duro. E forse anche tanto grosso da ottundergli la visione di quello che gli succede intorno.


Però chi ha imposto il Trota alla Regione Lombardia, a guadagnare ricchi compensi, quando secondo lo statuto stesso del partito non ne avrebbe avuto diritto né requisiti?
Chi ha una moglie andata in pensione a 39 anni (regolarmente, pare) e che si è fatta elargire enormi somme per la propria scuola privata direttamente dalle casse pubbliche del partito?


Ma sull'onda del "così fan tutti", perché tanto scandalo? 
Semplice: non puoi ergerti a modello morale, ingiuriare tutti gli altri, esporre diti medi e mandare affanculo politici e giornalisti proponendoti come l'esempio da seguire quando poi utilizzi i nostri soldi a fini di vantaggio strettamente personale.
Questo dà noia. Molto.
La scoperta che chi sembra puro è impuro quanto o forse più degli altri ti fa passare ogni voglia di partecipazione. Alle elezioni, ad esempio.
Ti fa dire, qualunquisticamente ma non erroneamente, che tanto sono tutti uguali.
Ti fa perdere fiducia anche in chi - eventualmente - fosse puro davvero.


Ma poi, con un'Italia che si dibatte nelle spire montiane di una disoccupazione e una miseria sempre più diffuse, sentire che gente già ben imbottita di soldi li ruba anche a te che combatti la tua vita giorno per giorno, ti fa venire uno schifo vero e profondo che avrebbe una sola cura, di quelle che non si vendono in farmacia. Non esiste infatti un farmaco chiamato Rivoluzione.


Basta con i lauti rimborsi elettorali mentre l'Italia boccheggia, usate quei soldi per chi ne ha davvero bisogno, cazzo!


A me Bossi non fa alcuna pena: si è dimesso perché sono stati scoperti gli altarini della sua famiglia, di cui lui è il capo. 
Quanti capifamiglia stanno arrabattandosi per portare a casa il necessario per sopravvivere?
No no, dito medio e vaffanculo!


Meglio tornare a guardare a Cristo, che come traditore ebbe un signor Giuda e non un qualsiasi Maroni.
Rivalutiamo la figura di un Uomo che non prese mai un rimborso elettorale.


E buona Pasqua a chi saprà, come Lui, risorgere dalla merda in cui stanno affogandoci.


Gianni Greco