Alla fine dirò se sono ancora d'accordo con me stesso.
Preciso solo che il titolo non è mio, ma tiscaliano (perché non mi piace).
Matteo Renzi sindaco star nazionale e divo del momento. Già, ma i fiorentini?
di Gianni
Greco
E’ il divo del momento, il nome che più di ogni altro sboccia sulla bocca
dei fiorentini, a volte affettuosamente elaborato: Renzino, I’ Bambino,
Matteino, Ciuffettino, altre maliziosamente ribattezzato: Mister Bean,
Bamboccio, Lischino, Spendaccino, Berluschino… Non gli perdonano la visita ad
Arcore, ma lo fanno in maniera bonariamente arguta. Spesso lo apostrofano
Silvio Renzi. Nessuno a Firenze usa il termine ‘rottamatore’, quello viene
lasciato all’intera Nazione, che secondo l’opinione comune lo aspetta. E non
dovrà aspettare molto, i fiorentini ne sono sicuri.
Intanto Matteo gira come una trottola tra un talk-show televisivo e
l’altro, dai politici ai salottieri, fino a quelli satirici o di varietà: non
se ne è fatto scappare uno. Su questa esposizione nazionale i fiorentini si
dividono, con una certa prevalenza di chi è convinto che un Sindaco debba stare
e agire nella propria città. Ma Matteo è strabiliante: riesce ad essere
dappertutto, rimbalzando da una cerimonia a un’inaugurazione, da un incontro
internazionale a una scuola, da un colloquio con i cittadini a una seduta in
Palazzo Vecchio, da una festa di quartiere a una demolizione. E nel frattempo
vola nei vari studi televisivi nazionali. Ce la fa. La sua ubiquità sfida
quella di Sant’Antonio, la sua energia è quasi mussoliniana (e qualche
‘Fantozzi’ degli uffici comunali non disdegnerebbe il paragone). Grande energia
fisica, buona salute, moto perpetuo, volontà incessante, autostima alle stelle.
E gioventù spavaldamente sbandierata. Quasi tutti ritengono che abbia
l’ambizione di arrivare molto in alto, e che Firenze sia solo il suo trampolino
di lancio. Alcuni sembrano andarne fieri, altri però storcono il naso:
vorrebbero forse averlo come Sindaco per altri cinque anni dopo il primo
mandato… Carcerieri! Una misera (sia pur splendida) città sta stretta al giovane
leader. Sì, ma il dopo-Renzi, che inevitabilmente arriverà, come sarà per
Firenze? I fiorentini, anche i più critici, ormai bene o male assuefatti ai
ritmi renziani, solo a pensarci vengono assaliti da acute crisi di kenofobia.
Io, personalmente, contando sul fatto di aver avuto un giovanissimo Matteo
come ascoltatore radiofonico, cresciuto ascoltandomi e… apprendendo, gli
preconizzai, appena fu eletto Sindaco, un futuro da Presidente del Consiglio al
massimo entro 10 anni. La sua risposta fu, da fiorentinaccio: “Sie, vien via,
caso mai Presidente di’ Consiglio Comunale di Rignano!”, citando il proprio
paese d’origine. Ma non mi ha fregato con quella battuta, so dove vuole
arrivare, e sono contento che ci arrivi. Firenze, che lui sicuramente ama, non
potrà che avere dei benefici con un Renzi a Roma. Oltre al resto d’Italia,
ovviamente.
Ha molti fans, Matteino, persino nella parte politica avversa, anche se a
volte tra i suoi collaboratori corre il terrore. Infatti a livello operativo
pare sia un osso duro per tutti: ho visto gente sbiancare con lui al telefono.
Ma è normale che uno che ha due o tre marce in più esiga dagli altri almeno una
marcetta. Lui è avanti: subito 100 punti, poi 100 luoghi… poco importa che
punti e luoghi rimangano in parte inaffrontati, lui è già oltre, pedonalizza,
sbaracca le bancarelle, pensa al futuro… E’ un uomo che coniuga continuamente
il verbo ‘fare’, o, secondo molti, ‘farsi vedere’, e questo appare anche di più
se lo si confronta con chi lo ha preceduto (vox populi).
Matteo c’è. Sebbene
tanti problemi di Firenze siano ben lontani dall’essere risolti, soprattutto in
materia di degrado, lui di cose ne fa, anche a rischio di sbagliare, e se non
le fa tutte ne fa sempre più in un anno di quante ne siano state fatte prima in
dieci. Questa è la percezione. La ventennale orrenda pensilina della stazione,
odiata da tutti, l’ha o non l’ha buttata giù in pochi giorni? Al contrario
qualche volta ha barcollato, ad esempio sulla ‘Stazione Foster’, faraonico e in
gran parte inutile monumento all’Alta Velocità: prima no, non si deve fare,
poi, beh… boh… Alla fine si fa. E una larga parte della città, destinata a
viverci sopra, gli si rivolta contro, così come i commercianti e gli
albergatori, che lui ha apertamente sfidato, ciò che nessuno prima aveva osato
fare in una Firenze storicamente bottegaia.
Arroganza? Sfrontatezza dovuta all’età? Incoscienza? Coraggio? Fatto sta che Matteo Renzi appare agli occhi dei fiorentini (e non solo) come l’Uomo Nuovo, e probabilmente lo è. Una delle sue frasi preferite è “Mi metto in gioco”. E la Ruota della Fortuna, c’è da scommetterci, girerà ancora dalla sua parte.
Arroganza? Sfrontatezza dovuta all’età? Incoscienza? Coraggio? Fatto sta che Matteo Renzi appare agli occhi dei fiorentini (e non solo) come l’Uomo Nuovo, e probabilmente lo è. Una delle sue frasi preferite è “Mi metto in gioco”. E la Ruota della Fortuna, c’è da scommetterci, girerà ancora dalla sua parte.
25 luglio 2011
Riscriverei parola per parola quanto scritto oltre un anno fa?
Sicuramente no. Alla luce di qualche delusione locale più recente e dell'attuale campagna elettorale "americana" del Sindaco, cambierei qualcosa, aggiungerei, toglierei, integrerei, attualizzerei. Ma questo potrà essere oggetto di un prossimo, dubbioso articolo.
In ogni caso quanto scritto sopra corrisponde a verità, e le previsioni si sono fin qui puntualmente avverate.
Sono stato troppo buono?
Sono stato troppo buono?
La prossima volta sarò un po' più merda.
Gianni Greco