Chi non dubita non cubita


mercoledì 8 febbraio 2012

LA BELLA FORNERINA



Amata e ritratta da Raffaello, uno dei pochi grandi artisti etero del passato, la Fornarina serve al caso nostro.
Dobbiamo fare dei confronti. Con chi?
Ma con la Fornerina, ovverosia la figlia della ministra Fornero e del giornalista Deaglio, nota appunto come Silvia Deaglio.
Ma per noi, animi artistici, la Bella Fornerina.


La signora in questione, apprendiamo*, a 37 anni di posti fissi ne avrebbe ben due, sapete, di quei posti monotoni che ai normali mortali non saranno più riservati. 
E che posti: professore associato di Genetica Medica all'Università di Torino, la stessa dove insegnano i due genitori (oh, guarda caso!), e Responsabile della Hugef, Fondazione che si occupa di genetica, genomica e proteomica umana (e certo che non si può fare a meno di una siffatta Fondazione, fondata su lauti fondi).
La stessa Silvia Deaglio-Fornerina, laureatasi a 24 anni, e quindi non-sfigata, ha da sempre e da subito goduto di numerosi incarichi molto ben remunerati, dai giornali ben enumerati.
Nei verbali del concorso che l'ha portata ai vertici della Fondazione si legge testualmente: "La candidata dimostra inoltre un'ottima capacità di attrarre fondi di finanziamento per la ricerca".
Non sarà mica perché la Hugef è finanziata dalla Compagnia di S. Paolo, di cui era vicepresidente, indovina chi... ma proprio mamma Fornero?




I figli? I figli? I propri!
Ma quelli degli altri possono andare a farsi fottere.


Questi fanfaroni vengono a romperci i coglioni con i loro discorsi di sfiga, monotonia, "o si fa così o si fa così" e puttanate varie.
E noi dovremmo accettare anche le cazzate del benaccasato Pierferdinando Casini, che li vorrebbe al governo per almeno altri 4 anni.


Ma viva Raffaello, che almeno la Fornarina se la trombava.
Le Fornerine di oggi sono socialmente intrombabili.


In questo regime di dittatura baronale l'unica cosa che ognuno di noi dovrebbe recuperare dalla nebulosa memoria scalfariana non può che essere una frase netta, secca, inequivocabile, da urlare forte tutti insieme:


IO NON CI STO!


Ma gli italiani, è noto, non sanno cantare in coro nemmeno il proprio Inno, figuriamoci...
E a un impegno serio preferiscono una più comoda e pigra trombatina.


Peccato che quelli a buco ritto siano proprio loro.
Loro-che-siamo-noi.
... Ohi ohi!


Gianni Greco


http://www.corriere.it/politica/12_febbraio_07/La-titolare-del-welfare_1369e9e4-5167-11e1-bb26-b734ef1e73a5.shtml