Chi non dubita non cubita
venerdì 13 gennaio 2012
IL PAESE DEL NO
Il ritorno della cosiddetta politica in Parlamento non ha migliorato sicuramente il giudizio degli italiani su di essa: schifo, schifo, schifo.
Mandiamo in carcere Cosentino? NO. Perché? Perché NO. Silvio non vuole. Umberto voleva, poi è andato a cena da Silvio e non vuole più. Bunga? Soldi? Promesse? Ricatti?
Strano però. Si era detto tra l'altro che un sì all'autorizzazione a incarcerare il parlamentare avrebbe fortemente lesionato la stabilità del governo Monti. E questo a Umberto avrebbe dovuto fare molto piacere: non è all'opposizione, lui?
Non più? Sì? NO? Boh...
Che puzzo di merda! Antonio, il giustizialista contadino, parla di mercato delle vacche. Pierferdinando, che vorrebbe impadronirsi della libertà del popolo (o del Popolo della Libertà), si dichiara scandalizzato. Pier Luigi non si tira nemmeno più su le maniche, ormai. I radicalucci continuano a farsi eleggere in gruppi nei quali fanno i cazzi propri (e il bello è che c'è sempre qualcuno che ci casca), mentre i vari santanchelli si arrampicano sugli specchi per argomentare a favore di roba come fumus persecutionis o 'risibili elementi a carico'.
Ma chi avrà ancora il coraggio di votarli tutti questi qua?
A proposito, un altro NO è arrivato, contemporaneamente, dalla Consulta: NO ai referendum sulla legge elettorale. Non si dà al popolo la parola, malgrado un milione e duecentomila firme (del resto già si mette in dubbio il rispetto del volere popolare persino sullo schiacciante NO, espresso con un sì, alla privatizzazione dell'acqua).
E questa è un'altra vittoria di Silvio. O di Pirro?
Vedremo.
E sempre lui, Silvio nostro, è al centro di un altro forte NO che ha scosso il mondo malato del calcio e dei poveri e sempre più ingannati tifosi: NO al trasferimento di Pato. Malgrado fossero in gioco ben 35 milioni di euro, ha vinto Barbara. Cosa può fare un padre per le trombate della figlia!
Altri NO? Ma sì: il NO dei tassisti alla loro privatizzazione. Faranno sciopero, combatteranno fino all'ultimo tassametro. Niente mancia.
Tutti questi NO nello stesso giorno. Eccheccazzo!
Ognuno difende i propri stretti e gretti interessi.
A questo ci hanno abituato i nostri cinici governanti. E per governanti intendo tutti quelli che hanno potestà su di noi: politici, banche, mercati, in definitiva soldi e potere.
Vogliamo aggiungere un altro NO, il nostro, a tutto questo?
NO?
Non ce la facciamo, fiaccati come siamo, noi povere pecore italiane, gregge sopraffatto dal branco.
Il nostro NO sarebbe solo un belato.
Peccato.
Gianni Greco