Forse la tendenza era già in atto da prima, ma è solo quest'anno che me ne sono accorto. Sarà un caso?
Sapete, tra le varie basse necessità di chiunque, anche di chi si diverte ad arrampicarsi con grazia sulle parole, c'è quella di buttare i sacchi della spazzatura negli appositi cassonetti: è uno sporco lavoro, ma qualcuno deve pur farlo.
E' quello che ho fatto io il pomeriggio di Natale.
Esco di casa col mio bel sacchetto e mi dico: "Ora vedrò la solita scena di ogni anno: cassonetti stracolmi e scatole di giocattoli da tutte le parti. Bottiglie, carta multicolore, confezioni di doni tutto intorno".
Quando sono arrivato sul posto, però, mi sono chiesto se non avessi sbagliato stagione.
Avevo forse viaggiato con la macchina del tempo? Magari solo sfalsando la mia vita di qualche mese...
Poi ho fatto mente locale: a casa avevo appena lasciato un albero con le palle di vetro pieno di lucine e un presepio affollato dai cari vecchi personaggi di coccio.
Era proprio Natale.
Mi sono guardato attorno. Niente, nessuno. E i cassonetti semivuoti.
Improvvisamente da uno di essi è sbucato, come propulso da una molla, il pupazzo di Mario Monti, accompagnato da una risata da strega.
"Sorpresa!", mi ha detto. "Ho risolto il problema della monnezza!". Ed è rientrato dentro con un'altra agghiacciante risata.
In tutta franchezza ritengo essersi trattato di un'allucinazione. Però che paura!
Eh già, la paura addosso ce l'ha messa, il professore, e, pur caricandoci di una enorme quantità di problemi, forse quello della spazzatura l'ha risolto davvero.
Che bello!
Che triste.
Sento dire che i consumi sono drasticamente calati rispetto all'anno scorso. E la cosa può avere anche i suoi lati positivi, visto che in passato ci siamo buttati voracemente su qualsiasi oggetto avesse un cartellino, tanto da non essere più considerati esseri umani, ma consumatori.
Però il calo non deve andare a scapito dei bambini, che tali saranno solo per il tempo falsamente immenso dell'infanzia.
In ogni caso, seguendo la logica commercialbancaria montiana, la riduzione dei consumi è un controsenso: zappa i piedi dei Sacri Princìpi del Profitto. Invece di crescere, infatti, si recede.
Solo i bambini cresceranno, e che mondo troveranno?
E di quanti rimpianti dovranno riempire i propri ricordi?
Una volta almeno tutto era semplice, e le massime tentazioni erano costituite dalle vetrine dei giocattolai su cui schiacciavamo forte il naso (e non è un luogo comune) per avvicinarci all'impossibile.
Ora che tutto - troppo - è possibile, l'impossibilità diventa traumatica.
Tornando verso casa dopo la spedizione al cassonetto ho incontrato (così mi è parso) Babbo Natale.
"Mi hanno messo in cassa integrazione", si è lagnato allontanandosi triste col suo sacco flaccido.
Poveretto, mi ha fatto pena.
Anche lui disoccupato.
Meglio rientrare e godersi il presepio di quand'ero bambino.
Tu scendi dalle stelle...
E noi scendiamo con Te.
Gianni Greco
Il disegno che illustra questo articolo è di Lino Casadei.