Il diritto di sciopero è sancito dalla Costituzione, anche se liquidato in una misera riga:
Art. 40: "Il diritto di sciopero si esercita nell'ambito delle leggi che lo regolano".
Non un cenno ai servizi di pubblica utilità. Non un cenno alla piaga degli scioperi dei trasporti. Tanto ci sono le leggi che li regolano.
La cosa che stupisce è che ci siano leggi che li ammettono. Insomma, si può bloccare un'intera città per tutelare i diritti di alcuni lavoratori.
E i diritti del cittadino che deve spostarsi, chi li tutela? Quale sciopero può attuare il poveretto? Quello del culo? Oh, no, giammai. Quello ha da essere sempre in funzione (ricettiva).
Torniamo alla Costituzione.
Art. 16: "Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale".
Circolare? Liberamente? Ma quando mai!
Un bello sciopero dei trasporti pubblici e lo vedi come circoli!
Ergo:
Lo sciopero dei trasporti è
incostituzionale!
Certo, si dirà, il senso dell'articolo in questione è diverso, ma la Costituzione, fatta di poche e spesso vaghe parole, va anche interpretata.
Qualsiasi cosa impedisca volontariamente al cittadino di muoversi sul territorio deve essere per forza incostituzionale.
Anche perché uno sciopero dei trasporti non solo impedisce il libero movimento, ma provoca: inquinamento, maggior consumo di carburanti, spreco di tempo vitale con conseguenti perdite di occasioni, ore di lavoro, trombate, tempo per stare in famiglia... Per non parlare delle incazzature che rovinano il fegato, dell'ansia, delle bestemmie, dei vaffanculi e alla fine, quel che è peggio, della rassegnazione fino alla più completa, avvilente assuefazione.
Ma io non voglio criticare senza proporre.
E la proposta alternativa mi pare talmente ovvia che ancor di più mi stupisco che non sia mai stata attuata.
Invece di fermare i mezzi facciamoli marciare
a regime normale, ma
Quale migliore sciopero di quello dei bigliettai?Oltretutto crea ancora più danni all'azienda, che avrà le solite spese ma nessun introito.
E vantaggi solo per i cittadini, che invece di mandare a fare in culo gli scioperanti faranno loro un bel sorriso.
Non succede forse sulle autostrade, quando scioperano i casellanti? Mica chiudono i caselli. Perché lo stesso principio non si può applicare ai trasporti pubblici?
Io lo dico da trent'anni, in radio, in TV, sul web, come fanno i pazzi che parlano da soli. Perché il pazzo sono io, evidentemente.
Ieri, reduce da un ingorgo pazzesco, mi sono chiesto: "Ma quando ho avuto io problemi sul mio lavoro, i conducenti degli autobus si sono forse fermati per me? Mi hanno anche minimamente cacato? E ho forse chiesto loro dei sacrifici? No. E allora perché dovrei farli io per i loro problemi?".
Di conseguenza mi sono accinto a scrivere questo articolo, sicuro al 100% che non otterrà alcun effetto nelle menti ben schermate di coloro che decidono.
Ma sempre pronto alla solidarietà nei confronti di chiunque non mi bachi le palle.
Gianni Greco